Biblioteca Universitaria Alessandrina - Roma

14 marzo 1997

 

Omaggio a Anna Malfaiera nel decennale della scomparsa 

 

Dodici anni fa, settembre 1985, nasceva in un parco della capitale, villa Lazzaroni, «Cara poeta», incontro di autrici dell’area romana che è poi diventato negli anni un modo di fare il punto, di verificare i percorsi individuali e le varie tendenze.

 

A margine della rassegna, che vedeva di volta in volta il contributo di altre espressioni artistiche come il teatro, la pittura e la musica, sono uscite delle piccole raccolte autogestite, Cara poeta ‘85, 1986; Stile d’acqua in un braciere, 1989; La città dei poeti (con quattro disegni di Marina Bindella), 1990; Il pensiero costante, 1991; Cara poeta, 1995 e infine questa Cara poeta ‘97, che raccoglie il lavoro edito o inedito di diciannove poete non solo dell’area romana.

 

Dirò subito che non si tratta di una vera antologia ma di un repertorio minimo, incompleto, uno squarcio su quell’universo estremamente vivo e vitale della creatività femminile che investe il campo della scrittura.

 

Piccolo contributo alla conoscenza e all’informazione, senza pretesa di tracciare una o più linee di tendenza o di stabilire graduatorie.

 

Diciannove poete, diciannove voci chiuse in sé, compatte, ancorate alla propria individuale ricerca, al proprio mondo espressivo.

 

Ciascuna con la sua cifra, i propri codici riconoscibili, il proprio "stile".

 

C’è, nella variegata diversità della scelta, l’intenzione di mettere insieme, far reagire e interagire i testi per forza non di «contenuto» o di «tema» - come ho fatto qualche volta nel passato - ma di risultato, di esito formale, strutturale.

 

Al di fuori della gabbia tematica, dunque, per evidenziare e sottolineare i segni della propria individuale ricerca.

 

La scelta, più o meno regionale, segue semmai un criterio di sintonie, anche umane, benché non si possa in nessun caso parlare di «gruppo», riposte come sono le armi e le insegne dei movimenti che nei decenni passati avevano creato quella solidarietà nella lotta e nella rivendicazione di una identità negata e sofferta, e che oggi sembrano sepolti o quanto meno narcotizzati dall’omologazione alla legge imperante della comunicazione di massa e del mercato.

 

Diciannove poete diversissime e contigue, con una storia alle spalle, spesso anche di organizzatrici, promotrici culturali, strenue combattenti del dissenso nei confronti del mare oscuro e limaccioso della produzione industriale, sempre più appiattita sui vecchi schemi letterari e accademici da una parte e le nuove - decrepite - tendenze evasive consolatorie neo-sentimentali, neo-romantiche, neo-intimistiche dall’altra.

 

Non un panorama, ma un segmento fortemente rappresentativo, dunque, di quella trama ingegnosa, di quel fitto disegno, di quel coacervo di voci colloquiali, composte, sorde o acute, sommesse o perentorie, tutte scandite sui filo della consapevolezza.

 

Di quella poesia intesa soprattutto come rappresentazione, senso del tempo, del proprio tempo, dunque, che non significa restringimento del campo d’esplorazione o di immaginazione, ma che rimanda a una dimensione più ampia, a una visione più generale e collettiva.

 

Che non è poco, in tempi loschi di vuoto intellettuale, di caduta a precipizio delle speranze e della tensione morale.

 

Rappresentazione del tempo, della realtà, recupero della parola poetica e del linguaggio (dei linguaggi) strappati all’usura e al mercimonio.

 

Un lavoro, una proposta, una sfida che personalmente porto avanti da anni, convinta come sono della necessità e del ruolo della poesia, della forza della sua voce nello stridulo e osceno concerto della scomunicazione di massa.

 

Cara poeta ‘97 è dedicata a una fra tutte le voci poetiche contemporanee la più densa, la più mentale, la più tesa e straordinaria.

 

Parlo di Anna Malfaiera, scomparsa negli ultimissimi tempi, tempi maledetti per la poesia italiana e di quella delle donne in particolare.

 

L’undici febbraio 1996 moriva suicida Amelia Rosselli. Le hanno fatto seguito Giorgia Stecher, Rossella Mancini e infine lei, la cara amica, l’indimenticabile Anna, tanto indimenticabile che ho voluto inserirla come se fosse ancora tra noi, con la sua presenza gentile e brusca insieme, icastica e schiva insieme, appartata e trionfante, così immedesimata col suo stile, con la sua scrittura secca, ferma, a volte irosa di sdegno civile, geometrica e appassionata. Anna non è morta.

 

I poeti non muoiono, a patto che non li si dimentichi, non li si cancelli, non li si riduca a rituali celebrativi svuotati di ogni anima.

 

Anna Malfaiera sarà sempre con noi.

 

E' un impegno, una promessa solenne.

 

                                                                                                                   Maria Jatosti

marzo 1997