Da: I LIMONI

La poesia in Italia nel 1994

Caramanica Editore, gennaio 1995

 

Esiste una poesia femminile o femminista o di donne ?

Con analoga risposta: esistono molte donne che scrivono poesie, con personalità naturalmente assai diverse fra di loro, in cui il carattere propriamente femminile - se esiste - va rintracciato - se c' é - di volta in volta (ma intanto, ha scritto Marcello Carlino: "Di certo rimane che la Ecce femmina contraddice lo stereotipo della scrittura al femminile... Nessuna confessione autobiografica, nessun abbandono ai capricci del cuore, nessun palpito sentimentale").

 

Vediamo ora il caso di Anna Malfaiera (Il più considerevole, con una nota critica di Giuliano Gramigna. Verona, Antarem) vincitrice del premio Lorenzo Montano, lontanissima anch' essa da quello che l' aggettivo 'femminile' potrebbe lasciare intendere;  assai prossima, invece, a quell' universale atteggiamento umano di chi si interroga sul proprio io.

 

La specializzazione, ovviamente fittizia, è affidata al "segno" che

"emerge autonomo" e "invade la pagina"; in realtà, "la premura del dire", "l'urgenza del dire" (e una precedente raccolta si intitolava e intanto dire) con

"un' attenzione vigile", ci rivela presto che al di là del segno si muove un desiderio di rapporti con il mondo.

 

Come ogni confessione - e questa è una confessione pur di un verseggiatore apparentemente freddo, un referto senza note sopra le righe - anche questa denuncia le debolezze, le privazioni, la decadenza degli affetti, l' avversione per se stessi, la rabbia non più trattenuta (nella seconda parte della raccolta in cui l' accento si fa più tagliente), l' estraneità del corpo - con il consuntivo finale: "Siamo al grado zero di valenze perdute". Insomma, l'autrice si è guardata e ne è rimasta sgomenta -"Mi pettino allo specchio.  Contemplazione / negata la smorfia abituale subito evidente" - se proprio in questo suo "malessere" non si nascondesse forse "un abisso / profondissimo un demone in estensione" in cui si raccolgono tutti gli intenti perduti ma anche quell' "azzardo" che ci sembra poter significare l' inesauribile volontà di ritentare la prova.

 

Ma se si vuole un "ritratto" di Anna Malfaiera, si veda il volume di Maria Jatosti (Imperativo involontario), seconda di copertina di Rodolfo Di Biasio, Forlì, Forum) che le dedica una poesia i cui versi finali - "nella tersa ironia che la fa viva / nel bozzo di un sorriso che la salva" - c'è forse anche la chiave di lettura della raccolta di cui abbiamo appena detto.

 

                                                                                                    Giuliano Manacorda