Da: IL PENSIERO CITTADINO - CULTURA E ARTE

Pag. 3- Luglio Agosto 1972

 

La poesia di Anna Malfaiera

Articolo di GIANCARLO CASTAGNARI

 

Anna Malfaiera con le sue poesie cariche di naturale ribellione; Luigi Paolo Finizio con un pretesto; Valeriano Trubbiani con un gruppo di disegni che sanno di agghiacciante lindore fino al punto di rendere allegorico il suo discorso, sempre drammatico e a volte allucinante; hanno in tre realizzato un imponente volume ove, con dosaggio felice, poesia e arte si incontrano e si compenetrano.

Della poesia di Anna Malfaiera e del suo stilema ricordiamo — non a caso — di aver parlato quando presentammo “Il vantaggio privato” , una raccolta di liriche edita nel 1967 da Salvatore Sciascia per la collana dei “Quaderni di Galleria”. Allora ci colpì, come già avvertimmo in “ Fermo davanzale” (Rebellato Editore - Padova, 1961), la incisiva personalità di Malfaiera, ricca di ponderata energia, sempre controllata, precisa, razionale, incapace di scendere a compromessi con se stessa e con gli altri; fortemente analitica nel processo critico, nel giudizio e, di conseguenza, nel dissenso di fronte al nostro modello di società, al nostro tipo di sistema, alla nostra realtà.

Ora la poesia di Malfaiera ha potenziato la sua naturale energia, la singolare forza espressiva, raffinando i termini del linguaggio poetico senza ricorrere al tecnicismo del mestierante, rimanendo fedele a quella sua immediatezza che è frutto di ispirazione ed anche di sentimento e di calore umano.

“Annienta se puoi la realtà colpiscila/limitala ancora di più...” è il canto — così inizia la prima poesia di questo volume — della liberazione dal fatalismo — a volte per l’uomo comoda posizione rinunciataria — “per ritrovare un modulo : che non si è cercato che già esisteva/nell’intreccio meccanico di provvide/combinazioni e se intorno troppe cose/insieme non possono ordinarsi almeno/si conosce del tempo imminente il modo/ automatico di esservi proiettati/il comodo far presto di criteri inerti/il conforto di un prossimo neutrale”.

Così “Affila i mezzi aspetta...”, “Che farai ora... “e tutte le altre poesie di idee definite, di principi validi, di ragioni profonde che determinano, mediante un linguaggio concentrato e compatto, potenza di contenuto, coerenza di ragionamento e chiarezza concettuale. Ma sono — in termini morali — inni contro l’ipocrisia e il formalismo della società menzognera che nascono da una interiore sofferenza velata con fine sarcasmo. “Non inganniamoci. Non è minima/la nostra società che prima divora/anche il non eccentrico incorre in estremi/rischi”.

Il discorso di Anna Malfaiera, di questa marchigiana che Antognini ha inserito nella sua bella Antologia fra i maggiori poeti viventi della sua terra, rimane impresso per la forza di uscire dal consueto; un discorso che seppure di origine sentimentale riesce a farsi ideologico, critico, vigoroso, ma— particolare che deve essere marcato — sempre intellettualmente lucido, senza mai perdere il senso della dimensione e della condizione umana.

 

GIANCARLO CASTAGNARI

 

ANNA MALFAIERA, LUIGI PAOLO FINIZI0, VALERIANO TRUBBIANI. Lo stato di emergenza, La Nuova Foglio - Pollenza di Macerata, 1971, pag. 80, lire 9.000.