Dal Quaderno di arti e lettere

di Alberto Frattini

Anno I n. 1 gennaio 1969

Lettere

 

  • POETI D’OGGI A CONFRONTO: LUISI, MALFAIERA, PIERRO

 La poesia, quanto più è viva e autentica, tanto più è sconcertante e imprevedibile: affonda le sue radici nel tempo e lo trascende. si nutre della tradizione pur se tende, più o meno consapevolmente, a distruggerla: esplode dal presente per demistificarlo e contestarlo e quindi prepara e inventa inesauribilmente il futuro. Non è facile, per questo, orientarsi nell’intrico delle proposte che la poesia senza posa avanza, come non è facile distinguere subito qualità e valori positivi da suggestioni e implicazioni più esterne della situazione: tendenze, ideologie, mode.

Lo stesso concetto di poesia inarrestabilmente si trasforma si che più ardua appare l’operazione interpretativa dei nuovi testi su una pietra di paragone così instabile e cangiante: di qui la necessità di tentare assidue e stringenti verifiche, considerando, per un verso, che la poesia dice sempre molto di più di quanto lo stesso autore intendeva significare, per un altro che una delle ragioni peculiari della sua vitalità consiste proprio in quel suo aggredire la realtà di sorpresa e renderne sensibili e intelligibili gli elementi e i dati più complessi e contrastanti.

Entro questa esigenza di interni riscontri sul concreto delle esperienze realizzate, può giovare un esame che si valga di riferimenti comparativi istituibili fra gli stessi poeti operanti a livello di una più risentita consapevolezza delle prodigiose metamorfosi del mondo nella nostra èra spaziale, ma ben fermi nella convinzione che il progrediente arricchirsi dell’uomo non potrà scindere la dimensione dei futuribili da un “ubi consistam” ben saldo nel presente e non sradicato dall’eredità del passato, carico, nell’unità dinamica dello spirito umano, di inesauribile fecondità.

Ecco tra le nuove voci del nostro Parnaso, Anna Malfaiera, quasi sconosciuta nonostante un suo primo libretto di versi del ‘61: il suo più recente libro, « Il vantaggio privato» (1967), anziché configurarsi come una tradizionale raccolta di liriche, ha la fluida e compatta organicità di un discorso continuo, di un istintivo scatto verso una verità familiare e impietosa; come si comprova dalla stessa caratterizzazione dei tre cicli in cui l’intera esperienza si articola. « La prova dei giorni «, In fase di costatazione «, « In fase di contestazione «.

Si tratta, in fondo, di un unico modulo “in presa diretta” applicato allo snodarsi caotico delle intenzioni e degli eventi, delle occasioni e dei pensieri, senza alcuna indulgenza idillico-elegiaca, senza edulcorazioni o Iievitazioni amabili dei dati, dei casi, delle imprevedibili frizioni tra l’io e il mondo.

 

La noia della routine, la frustrazione dei propositi, il tarlo dell’alienazione, il gioco a volte indecifrabile dei comportamenti, gli idoli della civiltà consumistica, il vuoto di un’esistenza sempre più insidiosamente condìzìonata dai miti della velocità, del benessere, del successo qui si rincorrono e si compenetrano in un flusso discorsivo, ove le stesse peculiarità strutturali concorrono a riflettere incisivamente il senso dei contenuti assunti non per programmatica opzione ma per autentica invenzione di un pensiero mosso dalla fantasia e daIl’humour. Così la Malfaiera si salva dalle secche della mimesi schizomorfica per ridare spazio alle organiche scelte di uno spirito deluso e inquieto ma pur geloso della sua libertà, del suo problematico sgomento….